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Archive for marzo 2013

Recensione inserita nel circuito Music Opinion Network

ETICHETTA: Edel
GENERE: Musica d’autore, elettronica

Per comprendere Come Se Fossi Dio e, di conseguenza, quello che è Leon, bisogna lasciare momentaneamente a lato il discorso musicale. La chiave di lettura sta nei testi, in ciò che vuole comunicare, non solo con essi ma anche con il modo di porsi, e, prima ancora, nella biografia del musicista stessa. Cita, di sé stesso, una vita isolata nelle montagne della Valle d’Aosta, dove a regnare sulle sue giornate è l’alcol, unico metodo per affogare le riflessioni sul proprio percorso, che prendono sovente una parvenza di mostri in grado di fagocitare la mente e l’inconscio di chi non è in grado di gestirle. L’ebbrezza è, in puro stile bohemién, un elemento ricorrente nei testi (“Nel Gin”), a fare da sottofondo al discorso riguardante temi spesso molto pesanti, vedi l’anoressia, l’immigrazione, il bisogno di uscire dalla solitudine e dalla banalità di una vita troppo rilassata. Musicalmente si attraversa un vasto repertorio di pop (anche synth-pop) anni ’80 e ’90, ricostruito con un’estetica a suo modo decadente, conferendo ai testi un’importanza maggiore laddove sottolineano tematiche più importanti. Nel modo di scrivere sia la musica che le parole si cede talvolta a delle debolezze nell’impianto costruttivo, ad esempio nel creare dei climax di intensità o nella ricerca di rime dall’impatto certo, ma il disco permane sempre su livelli molti alti, in particolar modo con brani come “Immagini”, “Ego Te Absolvo” e “Bellissima”, che non celano neppure un certo approccio radiofonico. Non a caso, la semplicità estrema ricercata nel rendere comprensibile a tutti la pesantezza dei temi crea un pericoloso effetto boomerang, che comunque all’interno dell’opera intesa come intero non apporta problemi così gravi.

Questo disco è una di quelle opere che non tutti possono capire, pur usando termini facili. Anche per questo entra in una lista di possibili rappresentanti della scena italiana in ambito di musica d’autore, quando sarà possibile anche comprendere ciò che Leon voleva dire all’uscita di Come Se Fossi Dio, vero banco di prova per un artista destinato solo a crescere, e che difficilmente mancherà l’occasione di lasciare ulteriori segni nel panorama dello Stivale. Lo attenderemo al varco per nuovi apprezzabili lavori.

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Recensione a cura di ANDREA MARIGO

ETICHETTA: Barsuk Records
GENERE: Indie rock

LIST:
You Can Play These Songs With Chords (1997)
Something About Airplanes (1999)
We Have The Facts And Weʼre Voting Yes (2000)
The Death Cab For Cutie Forbidden Love EP (2000)
The Photo Album (2001)
The Stability Ep (2002)
Transatlanticism (2003)

Voto 4/5

In genere non amo i best of e/o simili, ma i Death Cab negli ultimi anni, da bandiere indierock dʼoltreoceano si sono trasformati in una mega pop rock band che riempie gli stadi ad ogni concerto (anche se è lodevole il fatto che eseguano sempre e comunque brani tratti da tutti i loro dischi) per cui non mi stupirei se prima o poi ne facessero uscire uno. Ma una volta erano una band gloriosa, e qui, la cara Barsuk Records, sforna una raccolta limitata in vinile di 1500 pezzi, singolarmente numerati e firmati dalla band, con i primi album, compresi gli EP.
Questa deluxe box comunque non è un best of, anche se in qualche modo potrebbe sembrare un qualcosa di futile dedicato solo ai fans più assidui, ma è una guida consigliata vivamente a chi non li conosce o non conosce il loro passato, che traccia il percorso musicale della band di Seattle, dagli esordi allʼultimo lavoro, pubblicato sempre per la label indipendente, Transatlanticism.
Si parte dal lo-fi di “You Can Play These Songs With Chords”, passando per “Something About Airplanes” con Bend To Squares e Your Bruise.
Si nota subito una svolta con “We Have The Facts And Weʼre Voting Yes” ma soprattutto con lʼ ep “Forbidden Love” dove emergono brani come Photobooth e Song For Kelly Huckaby.
“The Photo Album”, a detta di molti il loro miglior lavoro, accresce notevolmente la fama della band in tutti gli Stati Uniti e oltre con il brano A movie Script Ending e con “Stability Ep” si sente emergere lʼ esigenza, da parte della band, di salire ancora di qualche gradino.
Ma questʼ ultimo ep è solo il passo che porta a “Transatlanticism”, ed è li che i DCfC raggiungono lʼ apice (e lʼ Europa).
The Barsuk Years è dunque la raccolta dei lavori che Gibbard e soci sfornano durante i primi anni di attività, gli anni di gioventù, ed è risaputo che in genere, sono gli anni migliori.

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Fotoreport a cura di LaMyrtha







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Fotoreport a cura di LaMyrtha






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ETICHETTA: Dischi Soviet Studio
GENERE: Garage, indie rock

TRACKLIST:
Figlio Illegittimo di Kurt Cobain
Apridenti
Retromania
12 Giugno
Il Nostro Paese Diviso in Due
Dr. Lennon
La Partita di Calcetto Infrasettimanale
Tasche Piene
Smaltire tra le Scimmie
Aiutaci Matteo
Scheletri Nascosti

Il primo full-length dei padovani MiSaCheNevica giunge così, di nuovo, come l’ottimo primo EP, per Dischi Soviet Studio, a segnare una svolta nell’ormai immobile scena veneta. Rispetto alla prima produzione, Come Pecore in Mezzo ai Lupi cambia passo e si fregia di un incedere più nineties e di sonorità più taglienti, garage e, in generale, più sporche. Il baricentro si è spostato, evidentemente, dai testi alla confezione intesa come un tutt’uno di ciò che suonano i tre musicisti, non intendendo, con questo, che le liriche non siano di grande qualità. Le parole del frontman Walter Zanon sono, di nuovo, intrise di una vivace ironia, in grado di mettere alla berlina molti dei luoghi comuni delle attuali generazioni sempre troppo impegnate a riconoscere la superiorità di quelle passate, incapaci di astrarre dal particolare e di trovare nuovi percorsi da inseguire. Il risultato, testualmente parlando, è superbo, e cerca la decadenza con spirito costruttivo riuscendo a destrutturare molte delle banalità dette da molti musicisti italiani con una caparbietà nel perseguire un messaggio che rende impossibile non riceverlo (Il Nostro Paese Diviso in Due, Figlio Illegittimo di Kurt Cobain), non tralasciando neppure venature di appariscente critica sociale e attenzione a tematiche più “serie”, come ben nasconde una delle canzoni più riuscite del disco, La Partita di Calcio Infrasettimanale. La nuova direzione, sicuramente più congeniale ad una certa urgenza comunicativa che la band non cela mai, lascia a margine le pur sempre percettibili influenze più brit in salsa alternative di Suede, Belle & Sebastien e Manic Street Preachers, ripescando da Pavement e Wire linguaggi senz’altro più ruvidi, nell’approccio chitarristico, e marziali in quello ritmico. Il livello del songwriting è in linea con il passato, pertanto la qualità è assicurata.

C’è poco da aggiungere quando si ascolta un disco così ben concepito e realizzato. In Veneto la musica coi coglioni esiste ancora, basta solo saperla cercare e ascoltare. Sarà una delle uscite del 2013, perlomeno nell’Italia settentrionale.

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ETICHETTA: Dischi Soviet Studio (distrib. Audioglobe)
GENERE: Pop italiano

TRACKLIST:
Aperitivo?
Assomigliavi a Marte
Lettera ad un Produttore
Proiettile di Lana
Chi Sono Io?
Luce d’Agosto
La Festa di San Menaio
Per Tre
Beatrice
Suo Figlio E’ Pazzo

L’attività dell’etichetta padovana Dischi Soviet Studio continua a stupire, anche stavolta. Limone, nome d’arte di Filippo Fantinato, è prima di tutto un personaggio che interpreta uno stato d’animo del suo creatore nel voler comunicare alcuni dei suoi punti di vista riguardo delle tematiche che non sono senz’altro rare nei discorsi dei giovani italiani di questo periodo. L’urgenza di dire qualcosa è sottolineata, non a caso, da una precisa puntualizzazione dentro il packaging del disco, che vuole chiarire a cosa si riferisce ogni singolo brano, come a non volersi lasciar sfuggire la possibilità di raggiungere direttamente ogni singolo ascoltatore.

Musicalmente, Spazio, Tempo e Circostanze, orbita in una sorta di sospensione tra il pop e la musica d’autore italiana, laddove i due linguaggi si fondono anche con una elettronica sintetica e minimale, quella che non punta né a far ballare con la cassa dritta né a rumoreggiare con istinti shoegaze e sperimentali. Le tinte sono fredde, semplici, i testi molto intimistici, l’atmosfera non è mai tetra ma la voce quasi sussurrata di alcuni cantati riporta sempre ad un contesto che ammicca sia a Bersani che a Silvestri e, d’altro canto, anche a certa musica d’oltremanica di quindici/venti anni fa. Il risultato delle basi è quello di un background originale e pienamente riuscito, che confeziona, insieme a testi semplici che prendono la forma di una favola avventurosa e bambinesca, pur riferendosi talvolta a tematiche più “cresciute” (Aperitivo?, La Festa di San Menaio, Suo Figlio E’ Pazzo), una nuova estetica in bilico tra fiaba, canzone italiana, ironia caricaturale e decadenza, sempre mantenendo centrale l’impianto basilare delle parole scelte. Questo poiché, così come appare il disco, la sua genialità sta tutta nel modo di narrare di questi argomenti, passando senza scatti repentini né sfumature iperboliche da un romanticismo affettato e lezioso (Assomigliavi a Marte) ad una satira non troppo mordace, ma che fa della sua scarsa audacia un punto di estrema forza. In sostanza, buona parte della qualità di questo album proviene dal songwriting inteso meramente come scrittura di parole in musica.

La prima uscita del cantautore bassanese è semplicemente una novità, uno slancio di ottimismo e una boccata d’aria fresca, in particolare per la stantia scena veneta. Questo dovrebbe bastare a renderlo fondamentale per l’attenzione di quei produttori cui la splendida e malinconica Lettera ad un Produttore si rivolge, ma in Italia la qualità è percepita diversamente. Lontano, comunque, dalla rassegnata mestizia di molti artisti italiani dell’ultimo quinquennio, riesce a risultare simpatico, a solleticare un certo entusiasmo per la musica nostrana di stampo immediato e personale, senza mai scadere nel banale. Complessivamente è un esordio senza nessuna sbavatura, perfetto anche nel suo modo di dire cose importanti senza gli arzigogoli barocchi di molti artisti sfavillanti la cui luce si è spenta da tempo (qualcuno ha detto Godano?). Piacevolissima sorpresa d’inizio anno da un’artista e un’etichetta che sono ormai un punto di riferimento nell’underground italiano.

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Fotoreport a cura di LaMyrtha

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Recensione a cura di Alessandro Zavattiero

ETICHETTA: RCA Records
GENERE: Synth-pop

TRACKLIST:
Exile
Miracle
Sandman
Blind
Only You
The Road
Cupid
Mercy
The Crow
Somebody To Die For
The Rope
Help
Heaven
Guilt

Gli Hurts, il duo britannico di Theo David Hutchcraft e Adam David Anderson, hanno appena pubblicato il loro secondo album. Sappiamo cosa si dice sui secondi dischi: di solito, buone volte, tendenzialmente, deludono. Se preferite possiamo dire che fanno anche schifo!

Il duo synth-pop dopo il loro esordio più che buono ci riprovano con qualcosa che dovrebbe evolvere la loro musicalità. Per chi già conosce il genere e ha apprezzato il primo Happiness in questo Exile ritroverà lo stesso ambiente raffinato-malinconico che gli contraddistingue, ma cosa è cambiato? Se partiamo dalla prima traccia che da il nome anche all’intero disco, notiamo che gli artisti hanno ricercato di evolvere i suoni spostandosi su generi più ritmici (Muse), ma con Miracle i richiami ai Coldplay ci sono fin dal primo giro d’accordi, piace non piace, allo scrivente ha fatto storcere il naso. Poi arriviamo alla terza traccia Sandman ecco questo pezzo merita qualche parola in più: non è facile riuscire a unire una base puramente hip-hop (abbastanza comune per giunta) con lo stile elettronico-lento degli Hurts. Gli esperimenti nella musica, quando riescono, possono dare risultati veramente entusiasmanti, Sandman è uno di questi casi. Blind è un’altra di quelle che meglio esplicano lo sbilanciamento pop del duo, forse anche troppo! Ma poi c’è Only You che riporta sui vecchi passi di Theo e Adam, la canzone ha un bella base elettronica e un
messaggio scontato per questo genere “Because only you can set me free, so hold me close just like the first time”. La sesta traccia, The Road, il primo singolo scelto per la pubblicizzazione del disco è un piccolo capolavoro, quando le cose vengono bene, inutile dilungarsi con tante parole, un pezzo perfezionato, emotivo, compiuto! E così cambia ancora questo disco, tra nuovo-rifatto e vecchio-nostalgico: Cupid che potrebbe benissimo essere dentro uno dei qualsiasi album dei Depeche Mode e Mercy una ballata sintetizzata tra la l’ansia della strofa, l’elettricità del ritornello e l’escalation del bridge, buona cosa! Abbiamo già superato la metà del disco, Crow è una lenta di archi e arpeggi che scorre via facilmente (bene o male che possa essere questa caratteristica in una canzone), e in scia anche Somebody to Die for e Heaven che ricordano ancora i richiami pop-play. The Rope prosegue l’andamento ondulatorio dell’album riproponendo invece un importante base di sinth che ci accompagna fino alla chiusura con Guilt, una lenta con accompagnamento di piano, quelle che per tradizione vengono sempre lasciate alla fine. É dolce, personale, vocale ed emotiva, Hurts.

Sappiamo cosa si dice sui secondi album, talvolta deludono, tendenzialmente non sono all’altezza del primo d’esordio, davanti ad Exile mi ritrovo combattuto: da una parte la direzione troppo commerciale per più di un paio di tracce testimoniano che alla fine conta venderli i dischi, ma l’altro fronte presenta alcuni tra i pezzi migliori proposti fin d’ora dal duo britannico, sia con l’esperimento Sandman, sia con i pezzi che ci si aspetta come Blind e Only You, ma anche Exile si dimostra assieme a Cupid una valida evoluzione, infine The Road, il pezzo più indovinato. Tutte assieme salvano il lavoro svolto. Concludendo, per chi ha già apprezzato Happiness, piace il genere synth-pop e cerca qualcosa che di diverso, ma non per questo nuovo e rischioso, Exile è un ottimo album. Ai detrattori dei Coldplay consiglio di saltare i pezzi che sapranno sicuramente riconoscere.

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Fotoreport a cura di LaMyrtha






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Questa recensione sarà inserita su Music Opinion Network

ETICHETTA: SFR
GENERE: Pop rock, post-grunge

TRACKLIST
01. No life
02. The scent of lights
03. The quiet riot
04. Essential
05. Instant’s mind
06. Surrenders to rise
07. Brand new song
08. shine on
09. Everything
10. Mayf
11. Edges
12. Us
13. Waterlily

Gli Ordem sono una di quelle band, non ancora salite agli onori delle cronache, che si pensa lo faranno presto. E’ palpabile questo sentore, vista anche la qualità di un’uscita come The Quiet Riot, prodotto non così bello in quanto a innovazione, ma azzeccato con buona parte degli altri metri di valutazione. Pop, rock, hard rock, quiescenze malcelate di ribellione punk, brit-pop (nei testi), melodie radiofoniche a tonnellate. Nel marasma di tutti questi linguaggi, che in questo progetto convivono in una fusione del tutto omogenea, non si nota certo un livello di scrittura sopra la media, anche se “appiattimento” non è il termine giusto per descrivere tutto questo. Le ritmiche, così come le linee melodiche, ricordano molte band dei contesti sopra citati, da John Hiatt ai Little Village, passando per Counting Crows, Dave Matthews Band e Better than Ezra, con accenni di più acerba e amara malinconia che ricordano i Manic Street Preachers più rockettari e i Gin Blossoms di quando si osava anche nel melenso. “No Life” è un brano dolce, perfetto per far risaltare la grandezza vocale di Scalese, vero frontman e trascinatore degli Ordem, riuscendo a sollevare anche alcuni momenti di bassezza compositiva (mai eccessivamente deprecabile, sia chiaro) e ripristinare verso buoni standard qualitativi tutti i momenti in cui compare il suo inglese stentato ma congeniale a tutte le tredici canzoni, in particolare alla bellissima “Instant’s Mind”.

Il debutto degli astigiani è senz’altro interessante. Lontano dalla logica provocatoria dell’estetica punk o glam cui comunque attingono in minima ma percettibile parte, più vicino agli anni novanta più pop, diventa il compendio perfetto di una cultura che dal post-grunge all’indie pop abbraccia quella che è la cultura musicale del 70% dell’ascoltatore impegnato italiano degli ultimi anni, o perlomeno di chi condivide l’età anagrafica degli Ordem (anche se non tutti considerano ancora validi Tonic, Collective Soul, Dishwalla e Vertical Horizon). Per questo, ma anche perché la band ne capisce di tutto ciò, The Quiet Riot è un valido palliativo all’assenza di qualità nel pop italiano moderno.

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Fotoreport a cura di LaMyrtha







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15/03/2013 – NEGRITA @ AUDITORIUM MANZONI, Bologna
15/03/2013 – ROY PACI @ ESTRAGON, Bologna
15/03/2013 – BETZY e RAW @ TETRIS, Trieste
15/03/2013 – MAX GAZZE’ @ NEW AGE CLUB, Roncade (TV)
15/03/2013 – THE SPINTO BAND @ COVO CLUB, Bologna
15/03/2013 – ORNAMENTS @ LOCOMOTIV CLUB, Bologna
15/03/2013 – AMSTERDAM KLEZMER BAND @ PALANORD, Bologna
16/03/2013 – MODENA CITY RAMBLERS @ ESTRAGON, Bologna
16/03/2013 – LA TROBA KUNG FU @ PALANORD, Bologna
16/03/2013 – FOXHOUND @ VINILE, Rosà (VI)
16/03/2013 – HORROR VACUI @ COVO CLUB, Bologna
16/03/2013 – NOT YET FALLEN e STEP ON MEMORIES @ TETRIS, Trieste
16/03/2013 – MIMES OF WINE @ METRICUBI, Venezia
16/03/2013 – MATMOS @ LOCOMOTIV CLUB, Bologna
16/03/2013 – CAROLINE KEATING @ LA MELA DI NEWTON, Padova
18/03/2013 – OF MONSTERS AND MEN @ ESTRAGON, Bologna
20/03/2013 – HOCICO @ LOCOMOTIV CLUB, Bologna
21/03/2013 – MICK HUCKNALL (Simply Red) @ GRAN TEATRO GEOX, Padova
22/03/2013 – GODFLESH, BOLOGNA VIOLENTA e NERO DI MARTE @ LOCOMOTIV CLUB, Bologna
22/03/2013 – MOTEL CONNECTION @ ESTRAGON, Bologna
22/03/2013 – NEWGLADS @ COVO CLUB, Bologna
22/03/2013 – NOISIA @ KINDERGARTEN, Bologna
22/03/2013 – THE CRAZY CRAZY WORLD OF MR. RUBIK @ ARCI BOLOGNESI, Ferrara
22/03/2013 – MARTA SUI TUBI @ AUDITORIUM MALKOVICH, Sommacampagna (VR)
22/03/2013 – GIONATA MIRAI @ CASA DEI BENI COMUNI, Treviso
22/03/2013 – THE BUTTERFLY COLLECTORS @ TETRIS, Trieste
22/03/2013 – ELIO E LE STORIE TESE @ TEATRO ASTRA, Schio (VI)
23/03/2013 – STADIO @ GRAN TEATRO GEOX, Padova
23/03/2013 – GIONATA MIRAI @ RIVOLTA PVC, Marghera (VE)
23/03/2013 – BALMORHEA @ CSC, Schio (Vicenza)
23/03/2013 – GLITCH @ TETRIS, Trieste
23/03/2013 – GIOVANNI LINDO FERRETTI @ ESTRAGON, Bologna
23/03/2013 – TORMENTO e PRIMO BROWN @ CSO PEDRO, Padova
23/03/2013 – MINISTRI @ NEW AGE CLUB, Roncade (TV)
23/03/2013 – MISS CHAIN & THE BROKEN HEELS e WILDMEN @ COVO CLUB, Bologna
23/03/2013 – SAINT VITUS @ ZONA ROVERI, Bologna
24/03/2013 – ELIO E LE STORIE TESE @ TEATRO ACCADEMIA, Conegliano Veneto (TV)
25/03/2013 – NEGRITA @ TEATRO FILARMONICO, Verona
27/03/2013 – ELIO E LE STORIE TESE @ TEATRO TONIOLO, Mestre (VE)
28/03/2013 – RORCAL e OOZE @ TETRIS, Trieste
29/03/2013 – NEGRITA @ POLITEAMA ROSSETTI, Trieste
29/03/2013 – TRIESTE NOISE FEST @ TETRIS, Trieste
29/03/2013 – BAUSTELLE @ GRAN TEATRO GEOX, Padova
29/03/2013 – EGYPTIAN HIP HOP @ COVO CLUB, Bologna
30/03/2013 – ADAM GREEN e BINKI SHAPIRO @ COVO CLUB, Bologna
30/03/2013 – LNRIPLEY @ SENZA FILTRO, Bologna
30/03/2013 – ROGER AND OUT e COLOURED SWEAT @ TETRIS, Trieste
30/03/2013 – PSYCHIC ILLS @ VILLA ZAMBONI, Valeggio sul Mincio (VR)
30/03/2013 – SPEEDWAY @ TETRIS, Trieste
30/03/2013 – MESHUGGAH @ NEW AGE CLUB, Roncade (TV)

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la recensione sarà pubblicata sul circuito Music Opinion Network

ETICHETTA: Tomato/CNI
GENERE: Cantautorale, soul

Da Davide Geddo si sapeva già cosa aspettarsi. Artista di qualità tra le realtà migliori della scena ligure, ritorna con un nuovo lavoro che trasuda frizzante inquietudine e dotato di un’urgenza comunicativa di cui si fregia in maniera intelligente. Non Sono Mai Stato Qui è un album completamente a sè stante rispetto al contesto storico in cui è stato partorito e pubblicato, appartiene ad un estro creativo di natura intimistica che volge il suo sguardo all’arte bohemièn così come a certi romanzi satirici, fumettistici, dall’aria, quindi, ironica. Ironia è, per esempio, una delle parole che reggono l’impalcatura dell’impianto testuale, fatto di un’apprezzabile quanto beAn creata atmosfera di particolare rabbia, rabbia motivata dall’appartenenza a una generazione che tanto ha sbagliato, rabbia nell’accusare i danni di un modo di vedere il modo che ha prodotto solo effetti negativi. Realtà appiccicata ad una giusta collera dentro un contesto letterario sito su un piano comunque personale, dove non mancano riflessioni sulle proprie esperienze, intelligenti digressioni e autocritica. Musicalmente si tasta una certa voglia di ribaltare il tenore malinconico ma pizzicante dei testi, per passare a qualcosa di più raffinato e ballabile, gradevole all’orecchio allenato, in una fusione estremamente ben realizzata di jazz, atmosfere gitane, folk e accordi di base che, detta così, ci stanno sempre.

Non un disco facile digeribile dal primo ascolto, ma neppure uno di quei pesanti macigni che le star dell’autoreferenzialità italiana ci propinano a ogni pié sospinto. Rientra in un’ottica di diffusione della buona cultura testuale italiana, in una nazione di gente che sa pensare e sa scrivere, ma che si occupa principalmente di cose diverse dalla musica. Geddo ha coniato tutto questo con un solido background di formazione musicale che, vista la qualità di questa sua seconda creazione, ripaga, mostrando la via da seguire ad uno degli elementi principali di una scena, quella ligure, che può esplodere in un immediato futuro, grazie anche a questo prodotto.

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Al via “Suoni ReALi”, il contest di ARCI ReAL per dare voce e un palco ai nuovi talenti della musica italiana

Da oggi fino al 31 marzo gli artisti potranno proporre la propria candidatura. La scheda di iscrizione è scaricabile al link seguente
http://www.libellulamusic.it/ArciReAL/IscrizioneSuoniReALi2013.zip

Suoni ReALi è il vero investimento sul futuro della musica italiana che l’Arci promuove per dare voce e, soprattutto, un palco
prestigioso ai nuovi talenti della musica emergente. Il contest organizzato da ARCI ReAL (la Rete Arci per la musica dal vivo)
giunge alla sua seconda edizione, e come lo scorso anno si rivolge ai giovani emergenti under 30 con l’obiettivo di dare un impulso,
anche in tempi di crisi, alla creatività giovanile in ambito musicale, mettendo a frutto il lavoro quotidiano dei circoli e le relazioni
costruite nel tempo con media, promoters, produttori e artisti, con l’obiettivo di lavorare per dare un futuro alla musica in Italia.

Le selezioni dei partecipanti al bando di concorso Suoni ReALi si comporrà di due fasi: una prima fase di ascolto dei brani indicati
dai concorrenti su piattaforma web (youtube, soundcloud, facebook, my space…) ed una seconda fase live. La prima fase, relativa
all’ascolto dei brani presentati, avverrà a partire dalla data di scadenza del concorso e porterà alla selezione di 18 semifinalisti che
verranno annunciati il 10 aprile 2013.

La seconda fase avverrà nell’arco di 8 appuntamenti dal vivo articolati fra semifinali e finali, che si terranno in otto regioni diverse
all’interno di Circoli appartenenti al Circuito Arci ReAL e che porteranno alla selezione dei quattro vincitori che entreranno nel
roster Arci Real. Questi ultimi avranno la possibilità di usufruire dell’organizzazione di vere e proprie tournèe nei Circoli Arci che in
tutta Italia aderiscono al circuito, aprendo, nel corso della stagione 2012 / 2013, anche i concerti degli artisti più affermati.
Verrà inoltre selezionato un quinto progetto che riceverà il Premio Speciale MEI, con la possibilità di esibirsi al Supersound di
Faenza a settembre 2013.
Due dei progetti selezionati avranno inoltre l’opportunità di esibirsi in un evento off di “Mediterranea 2013” (www.bjcem.org),
la Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo (Ancona – 6 giuno/7 luglio 2013), mentre tutti e cinque i vincitori
parteciperanno al festival nazionale “Collisioni 2013” (www.collisioni.it).
Infine verrà realizzata una compilation contenente i brani dei 18 semifinalisti che sarà distribuita su tutti i digital stores e sul
nuovissimo Spotify grazie alla partnership con Believe, leader indiscusso nella distribuzione digitale a livello europeo.
Da segnalare tra i main partners, oltre a MEI – Supersound e Believe, anche la prestigiosa presenza di Puglia Sounds.

A questo link è possibile scaricare il modulo di adesione: http://www.libellulamusic.it/ArciReAL/IscrizioneSuoniReALi2013.zip. Per
partecipare è necessario compilarlo ed inviarlo per e-mail all’indirizzo lamusicanongiraintorno@arcireal.com entro il 31 marzo 2013.
Sempre allo stesso link è possibile reperire anche il regolamento del concorso.

Selezionerà le band vincitrici un comitato artistico di esponenti di rilievo del mondo della produzione e promozione musicale (fra
gli altri: Giordano Sangiorgi – MEI, Fabrizio Galassi – http://www.zimbalam.it, Enrico Deregibus -la leva cantautorale degli anni zero,
Felice Liperi – Radio Rai 3, Pietro Camonchia -Metatron Group, Marco Trulli -BJCEM, Marco Notari – Libellula Music), insieme ai
direttori artistici della Rete ARCI Live.

SUL WEB: http://www.arcireal.comhttp://www.facebook.com/ARCIReALhttp://twitter.com/ARCIReAL
CONTATTI: Lorenzo Siviero – siviero@arcireal.com
UFFICIO STAMPA: Niccolò per Libellula – press@libellulamusic.it – 3927208477

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Recensione a cura di Andrea Marigo

ETICHETTA: Mute
GENERE: Elettronica, colonne sonore, ambient

TRACKLIST:
1. 44
2. 44 (Noise Version)
3. Lighton
4. Tod
5. Blank Page
6. PV
7. K & F Thema (Pizzicato)
8. K & F Thema
9. Austerlitz
10. A Violent Sky

Voto: 3.5/5

La pagina italiana di Wikipedia alla voce Apparat, nome dʼ arte del berlinese Sascha Ring dice: “ Si occupa di musica elettronica, sebbene nella sua musica unisca vari generi”. E dice bene. Dopo lʼ ultima fatica, The Devilʼs Walk del 2011, ci consegna questo Krieg Und Frieden, che in tedesco significa guerra e pace, esattamente come il celebre scritto di Tolstoj. Music For Theatre scritto tra parentesi, non è mica messo a caso perchè questo disco altro non è che la raccolta di musiche che Ring ha composto per lʼ ultima opera del direttore teatrale Sebastian Hartmann, unʼ opera che appunto è unʼ interpretazione del romanzo di cui sopra. In questo disco Apparat stupisce e si sposta su lidi a lui sconosciuti, rispetto ai lavori precedenti, mettendo in un cassetto la sua indietronica e approfondendo in gran misura i discorsi appena accennati in The Devilʼs Walk, dove a mio avviso si sentiva già lʼ affievolirsi del beat in favore di sonorità più ambientali ed atmosferiche (guardatevi il trailer del film-documentario Few Words musicato con la sua Black Water e andrete avanti giorni a premere replay). Krieg Und Frieden è un quadro composto da colori inediti: archi, chitarre classiche, pianoforti e percussioni, suonati in chiave classica e posti su tappeti ambient, percorrono atmosfere a tratti inquiete, a volte quasi soffocanti ed altre ancora maestose come in Austerlitz. Chiude lʼ opera A Violent Sky, scelta come singolo, che con le musiche per lʼ opera teatrale credo non cʼ entri assolutamente niente ed in effetti, nellʼ insieme dellʼ album sa proprio di puttanata, ma glielo perdoniamo visto che è un gran brano

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A cura di Andrea Marigo

ETICHETTA: Frenchkiss Records
GENERE: Indie pop

TRACKLIST:
You & I
Heavy Feet
Ceilings
Black Spot
Breakers
Three Months
Black Balloons
Woolly Mammoth
Mt. Washington
Columbia
Bowery

Voto: 3.5/5

Mi diverte notare come spesso mi imbatto in band californiane, band che come ispirazione dovrebbero avere lo stereotipo alla Beach Boys, siano invece influenzate dallʼ esatto contrario.
A maggior ragione i Local Natives, originari di Orange County, ripeto Orange County, devono avere un immaginario capovolto.
Il loro secondo lavoro, si distacca dallʼ esordio, che conteneva brani più “solari” che a tratti rimembravano i Fleet Foxes, per comporre in Hummingbird, 11 tracce dal sapore introspettivo e dai tratti decisamente malinconici.
I brani, percorrono strade sofisticate, che ricordano spesso lʼ ultimo lavoro dei Grizzly Bear come in Heavy Feet, si muovono ordinati in un continuo crescendo marcato da ritmiche che si fanno spesse, Breakers e Wooly Mammoth, vengono segnati da pianoforti che dettano gli accenti, Three Months e Columbia, e tutti sono resi prestigiosi dalla voce decisa e allo stesso tempo leggera di Taylor Rice.
Hummingbird è un disco che ha bisogno sicuramente di diversi ascolti, al primo potreste rimanere decisamente indifferenti alla monotonia apparente, ma con una certa calma e soprattutto attenzione, arriverete a dirlo: sarà un pò triste, ma è un bel disco

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01/03/2013 – THE CRAZY CRAZY WORLD OF MR. RUBIK @ CSO PEDRO, Padova

01/03/2013 – LO STATO SOCIALE @ CSO BOCCIODROMO, Vicenza
01/03/2013 – RADIO MOSKOW @ COVO CLUB, Bologna
01/03/2013 – MOTEL CONNECTION @ NEW AGE CLUB, Roncade (TV)
01/03/2013 – …A TOYS ORCHESTRA @ TPO, Bologna
01/03/2013 – PASCAL PINON @ LA MELA DI NEWTON, Padova
01/03/2013 – SIKITIKIS @ VINILE CLUB, Rosà (VI)
01/03/2013 – CLEO-T @ TETRIS, Trieste
02/03/2013 – JOY ORBISON, ANTHONY COLLINS e GIORGIO GIGLI @ ALTAVOZ/CSO RIVOLTA, Marghera (VE)
02/03/2013 – PASCAL PINON @ VILLA ZAMBONI, Valeggio sul Mincio (VR)
02/03/2013 – C+C = MAXIGROSS, MISACHENEVICA, CRANCHI, KLEINKIEF e IDGA (LIVE SET) @ WIRES TO #2 at CSO PEDRO, Padova
02/03/2013 – WEMEN @ ETNOBLOG, Trieste
02/03/2013 – RUTS DC e KLASSE KRIMINALE @ COVO CLUB, Bologna
02/03/2013 – LINEA 77 @ NEW AGE, Roncade (TV)
02/03/2013 – EMIDIO CLEMENTI e CORRADO NUCCINI presentano “LA RAGIONE DELLE MANI” @ CLUB BENTIVOGLIO, Bologna
02/03/2013 – AFTERHOURS @ ESTRAGON, Bologna
02/03/2013 – MODENA CITY RAMBLERS @ DEPOSITO GIORDANI, Pordenone
02/03/2013 – BRUZAI @ TETRIS, Trieste
02/03/2013 – MARLENE KUNTZ @ TEATRO DE MICHELIS, Copparo (FE)
02/03/2013 – PINO SCOTTO @ FASHION CAFE, Bologna
02/03/2013 – JOE BONAMASSA @ GRAN TEATRO GEOX, Padova
05/03/2013 – IAN HUNTER @ TEATRO MIELA, Trieste
06/03/2013 – DEKO @ TETRIS, Trieste
07/03/2013 – FRANCO BATTIATO @ GRAN TEATRO GEOX, Padova
07/03/2013 – MR. ZOMBIE ORCHESTRA @ ZUNI, Ferrara
08/03/2013 – KING BRAVADO @ TETRIS, Trieste
08/03/2013 – NADAR SOLO @ ZONA ROVERI, Bologna
08/03/2013 – LINEA 77 @ ETNOBLOG, Trieste
08/03/2013 – KID KOALA e DJ BICCHIO @ LOCOMOTIV CLUB, Bologna
08/03/2013 – JULIE’S HAIRCUT @ COVO CLUB, Bologna
09/03/2013 – NICCOLO CARNESI feat. BRUNORI, DENTE e ORATIO @ LOCOMOTIV CLUB, Bologna
09/03/2013 – SIKITIKIS @ NEW AGE CLUB, Roncade (TV)
09/03/2013 – GIOVANNI ALLEVI @ GRAN TEATRO GEOX, Padova
09/03/2013 – BACHI DA PIETRA @ INTERZONA, Verona
09/03/2013 – WORA WORA WASHINGTON e UENDI @ TETRIS, Trieste
09/03/2013 – WHAT CONTEMPORARY MEANS @ COVO CLUB, Bologna
09/03/2013 – BEACH HOUSE @ ESTRAGON, Bologna
09/03/2013 – NINOS DU BRASIL @ E20 UNDERGROUND, Montecchio Maggiore (VI)
09/03/2013 – AFTERHOURS @ CSO RIVOLTA, Marghera (VE)
09/03/2013 – KNIFE PARTY e CROOKERS @ LINK, Bologna
10/03/2013 – SAROOS @ ZUNI, Ferrara
14/03/2013 – SIKITIKIS @ CHET BAKER JAZZ CLUB, Bologna
15/03/2013 – NEGRITA @ AUDITORIUM MANZONI, Bologna
15/03/2013 – ROY PACI @ ESTRAGON, Bologna
15/03/2013 – BETZY e RAW @ TETRIS, Trieste
15/03/2013 – MAX GAZZE’ @ NEW AGE CLUB, Roncade (TV)
15/03/2013 – THE SPINTO BAND @ COVO CLUB, Bologna
15/03/2013 – ORNAMENTS @ LOCOMOTIV CLUB, Bologna
15/03/2013 – AMSTERDAM KLEZMER BAND @ PALANORD, Bologna

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