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Archive for the ‘GENERE: Demenziale’ Category

ETICHETTA: Boogie Records
GENERE: Rock demenziale

TRACKLIST:
1. La Grande V (ft. Chuma Chums)
2. Tosi Come Mi 
3. Vergognosa (ft. Cattive Abitudini)
4. Mi Piace la Foca (ft. Gianni Drudi)
5. Sol Bareoto del Mas-Cio (ft. Trio Medusa & Max Troiani)

Non è facile recensire un disco di rock demenziale. Bisogna prenderlo con le pinze, dividere i vari aspetti da analizzare e capire se l’obiettivo prefissato è raggiunto.
Chi sono i Rumatera? I Rumatera, dopo l’estinzione dei Catarrhal Noise, si sono imposti nella scena veneta come IL rock demenziale (è facile sbaragliare la concorrenza dei Radio Sboro del resto), unici alfieri di una scena dialettale che è rimasta abbastanza spopolata dopo la rottura dei Pitura Freska (musicalmente di un’altra levatura, certo). La band, utilizzando i cliché sempre molto funzionali alla causa delle realtà di questo tipo, ovvero sesso, alcol, feste, e qualche battuta sulla “boarìa” (quello che rappresentano), ha saputo suscitare l’interesse di un’enorme scuderia di sostenitori che li segue più che altro per il rum & pera di Lady Poison ai concerti.
E’ difficile trovare valore artistico in un disco, volendo, suonato bene ma molto difficile da ascoltare al di fuori del pubblico ristretto della regione Veneto (e neanche tutto). La volgarità e il rock spesso vanno a braccetto, ma la finezza strumentale quasi d’avanguardia degli Elio e Le Storie Tese è inarrivabile in qualsiasi dialetto la si voglia declinare. Mancano i testi intelligenti, gli arrangiamenti fatti con un certo decoro e rimane, come unico filo scoperto, l’intento, cioè quello di vendere, portando alla luce la triste verità: queste sono le band che suonano per soldi, come le tribute band che rovinano, tra le altre, proprio la scena indipendente veneta. E a poco importa se si sentono “terroni del nord”, altra chiave di svolta critica nell’interpretazione del prodotto: è abbastanza evidente che in questo modo né il Veneto né il Meridione fanno una bella figura, ma forse l’intento dei Rumatera è proprio quello di far emergere la realtà più festaiola e “puttaniera” di questo pezzo d’Italia. Che se lo esamini da un lato è positivo, mentre dall’altro è quasi crudele. 

Gli ospiti presenti sollevano la qualità del disco (in primis le Cattive Abitudini), sottolineando la sovraesposizione mediatica a cui il progetto si sta sottoponendo, e questo non può che contribuire a rendere difficile la classificazione del disco. Ci limiteremo a dire che questo prodotto è fatto su misura per le persone molto alcohol party-oriented, dove i film trash degli anni ’80, la musica altrettanto trash e priva di contenuti di gente come Sabrina Salerno e Jo Squillo e l’elemento immancabile (la grande V=agina) sostituiscono tutto il necessario per vivere. Dimenticavo, anche i porno. 

Essenzialmente un disco confezionato per un pubblico molto ristretto, difficile da collocare fuori da quella fetta. Per quanto coccolati dalla critica giovane e dal pubblico boaro per definizione, un progetto di nicchia che sbaglia nella pretesa di voler uscire dal Veneto, dove è nato ed è destinato ad esaurirsi, si spera, lentamente.
Per il resto, qualcosa di divertente c’è.  

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