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Archive for the ‘ETICHETTA: Alkemist’ Category

ETICHETTA: Alkemist Fanatix
GENERE: Rock’n’roll, folk-pop

TRACKLIST:
1. L’Infedele
2. Il Mio Mondo Cosmico
3. Lucienne
4. Tu Sei
5. Babilonia
6. L’Arte di Schiodare Le Stelle dal Cielo
7. Amen (L’Uomo che Parla in Reverse)
8. The Boys Dig the Boys
9. Lalala (Gli Anni Persi)
10. Elizabeth
11. Ode al Silenzio

Un po’ bisogna ammetterlo: fare rock’n’roll ha un enorme pregio e un enorme difetto. L’enorme difetto è che si risulta spesso pacchiani, tendenti a scelte baroccheggianti oppure talmente semplici da autodefinirsi banali; l’enorme pregio è che basta saper suonare due power chords e fai un disco che spacca a qualunque latitudine.
I Valium, se prendessimo semplicemente questa breve descrizione riguardante il genere proposto, non ne uscirebbero molto bene. Pensiamo, ad esempio, che stiamo riferendoci loro come “una delle tante band”. Allora cosa ci spinge a dire che in realtà, non sono “una delle tante band”?. La coerenza con cui un album di questa caratura viene buttato fuori nel duemilaundici, da Salerno, intriso di voglia di fare, di scatenare il culo della gente, di sporcare ancora quella chitarra per dare del salutare rock’n’roll in faccia alle persone. I Valium sono (anche) questo.
Tutto sommato non dovremo aggiungere altro: “L’Infedele”, “Lucienne”, “Amen” ed “Elizabeth” sono, ognuna a suo modo, canzoni molto simili per intensità e ambientazione, impossibili da astrarre da un contesto sixties/seventies dei più riconoscibili, ma modernizzate da un’energia alle pelli e alle sei corde che insudicia tutto di alternative rock americano e folk pop. Popolareggiante, quindi, il secondo contesto più diffuso nell’opera, anche se è meglio riconoscibile il primo, quello da motoraduno, da birra al pub, da finta balera vintage dove quindicenni ballano musica di una volta senza sentirsi ridicoli. Le continue sfuriate dentro e fuori i refrain, tra distorti che urlano fuori rabbia e voglia di divertirsi, e anche i momenti più rilassanti, dicono tutti la stessa cosa: un grido all’unisono che rende il disco più che buono, praticamente privo di difetti troppo palesi.

Coraggiosi, estroversi e “veri”, quindi verosimili, questi giovani salernitani sanno il fatto loro. Non dicendo niente di nuovo fanno molto più di tanti altri, dandosi un’immagine che, priva di stereotipi e di confezioni precostruite, si allontana sia da quella degli sbarbatelli da talent che dai mostri sacri del genere. Insomma, una certa personalità gli fa senz’altro da paraurti. Il prossimo full-length confermerà senz’altro l’anima pop ma contemporaneamente rock’n’roll di una band tutta da scoprire.

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