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Archive for the ‘ETICHETTA: Ludnica Recordings’ Category

ETICHETTA: Ludnica Recordings
GENERE: Rock strumentale, art rock, post-rock

TRACKLIST:
1. Esc
2. F16
3. Sniper Wolf
4. Jacques Cousteau

Fine del primo ascolto: e il naufragar m’è dolce in questo mare. Erogazione di un sobrio e tepore che quasi mi riveste di una sincera voglia di riascoltare il disco. Per questo arriva il secondo ascolto: l’infinito di Leopardi ora è più utile a capire un album che di per sé non è di facile comprensione, forse perché non ha un significato neppure per chi l’ha suonato. Ok, piano, non voglio fare la morale, però davvero questo lavoro possiede i proverbiali capo e coda di cui tanto si vuole parlare? Analizziamolo da dentro: quattro brani, di lunghezza crescente, partendo da cinquantasette secondi per arrivare a oltre tredici minuti. Una scelta quasi coraggiosa nel duemilaundici, in Italia, con una copertina che più new wave di così non si può, tradendo anche l’ascoltatore che pensava di comprarsi l’ennesimo emulo di Curtis e soci.
Un tappeto di suoni che non corrisponde a niente di già sentito in Italia ma che comunque non riesce a lasciare il segno.

Se detto questo vi è passata la voglia di ascoltare il disco non disperate, la recensione ha una seconda parte, quella del terzo e del quarto ascolto.
Portraits è, in realtà, un album dalla costruzione intelligente e probabilmente la sua patina di “album inconcludente”, come qualcuno l’ha definito, può svanire solamente con i ripetuti ascolti. Il post-rock, se così vogliamo chiamarlo, o più in generale la musica strumentale in Italia ha sempre avuto grossi nomi all’opera ma non è mai stato creato un linguaggio che fosse una sorta di tragitto da seguire per eventuali seguaci di quella setta. Ecco che si ritagliano così un loro spazietto i Denied Light, che con quattro brani spiegano il loro senso di noise rock italiano, soprattutto con la splendida “F16”. E’ l’estrema divagazione che rende dolce l’ascolto, e la chiave sta nell’ascoltare il disco nel giusto contesto. Allora ve lo godrete davvero. Mi raccomando, NON ASCOLTATELO IN MACCHINA. Solo a volume altissimo, nel relax della vostra camera, con un impianto adeguato potrete godervi un lavoro di grande pregio fatto da ottimi musicisti che riescono a creare eterei tappeti di abusiva voglia di raccontare una storia senza troppe parole. Di lusso.

Lavoro sproporzionato e fuori contesto, ma, nel suo settore, una piccola perla.

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