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Archive for the ‘ARTISTA: Serj Tankian’ Category

ETICHETTA: Warner Bros, Serjical Strike
GENERE: Rock, classica

TRACKLIST:
01. Feed Us
02. Blue
03. Sky Is Over
04. Lie Lie Lie
05. Money
06. Baby
07. Gate 21
08. The Charade
09. Honking Antelope
10. Saving Us
11. Elect The Dead
12. Falling Stars
13. Beethoven’s Cunt
14. Empty Walls

articolo n°1
Recensione a cura di MARCO BERGAMI e pubblicata anche su METALLIZED

Particolari atmosfere live per l’ex frontman dei System Of a Down, che, a tre anni dall’uscita del suo primo album solista Elect The Dead, ripropone una rivisitazione delle sue composizioni, arrangiate dal compositore neozelandese John Psathas ed eseguite dalla prestigiosa Auckland Philarmonia Orchestra, composta da ben sessanta elementi.
Con Elect The Dead Symphony, Serj Tankian è riuscito a donare un tale senso di ariosità e respiro alle sue composizioni, da farle apparire riconoscibili solo per l’elevata individuabilità delle linee liriche, stravolgendole completamente la struttura ritmica e donandole pregevole plasticità grazie all’introduzione di pianoforte, strumenti a corda, archi e fiati.
Il perfetto equilibrio acustico non poteva essere raggiunto mantenendo la violenza espressa nel 2007 con Elect The Dead e la lungimiranza del buon Tankian lo ha portato a mantenersi fedele alla naturale espressività della timbrica vocale, arricchendola con profonda teatralità ed istrionismo.
Il full length ripropone molte delle tracce presenti nel disco di debutto, guarnendolo con quattro brani inediti dal rincuorante e rinnovellante senso d’interesse nei confronti di un artista-provocatore quale Serj Tankian.
Con forte rammarico, devo dire che l’ascolto completo e ripetuto di Elect The Dead Symphonynon ha lasciato in me una prepotente sensazione di levità, ma l’appesantimento lievitante che scaturisce l’ascolto delle ultime tre tracce ha bussato alla mia porta ad ogni riproduzione del platter. Se solo Tankian avesse deciso di chiudere l’album alla dodicesima traccia, il lavoro sarebbe stato decisamente meno duro da digerire, ma restano comunque tre tracce di buon livello artistico.
L’apertura di Elect The Dead Symphony chiarisce subito la morbidezza dei toni da qui all’ultima traccia, cercando di catturare più attenzione possibile con la ridondante riconoscibilità della melodica Feed Us, risultando funzionale, funzionante, perfettamente eseguita e dal forte potere magnetico.
Di primo impulso, sentire la voce di Tankian immersa in ambientazioni poco comuni -da quelle alle quali eravamo abituati- strappa un istintivo sbotto di sorriso, ma si riuscirà facilmente a comprendere le finalità dell’ugola d’oro d’origini Armene.
La teatralità delle interpretazioni e la magia delle ambientazioni cresce minuto dopo minuto, passando attraverso la particolarissima Lie Lie Lie, dalla lirica gracchiante e dalle ricostruzioni sceniche visibili seppur ascoltate, grazie all’aurea di magia che la circonda grazie alle atmosfere che sono gli strumenti classici possono esprimere.
La progressione delle composizioni a seguire materializzano realmente l’impressione cheTankian abbia impostato questo lavoro, modellandolo più sotto forma di musical piuttosto che di un vero e proprio album e dal mio punto di vista l’azzardo sarà ben ripagato, magari non in riferimento alle vendite ma alla partecipazione di pubblico ai suoi spettacoli.
Veramente di grande gusto la grana utilizzata per formare Saving Us, dotata di un arpeggiato di chitarra acustica morbido e vellutato sfociante in ariose aperture di fiati supportati da cadenzati colpi di tamburo ed un Tankian estremamente emotivo che dona estrema importanza e valore alla traccia.
Elect The Dead Symphony è un album dall’acusticità poco gradevole, visto che le incisioni sono avvenute durante esibizioni live, ma sicuramente gode di elevato rispetto per il tentativo -a mio avviso ben riuscito- di mescolare sonorità “classiche” ad una liricità che fa pensare a tutt’altro.
In ogni caso dopo un debut-album di elevata taratura qualitativa potrebbe avere, ed in questo caso l’ha avuta, una grande presa a livello live, soprattutto se a supporto troviamo un’orchestra come laAuckland Philarmonia Orchestra. Le garanzie qualitative che può dare una schiera così elevata di musicisti sono elevatissime, ma il riconoscimento va soprattutto agli arrangiamenti di John Psathas ed alla capacità d’interpretazione del magnifico Serj Tankian.

articolo n°2
recensione a cura di EMANUELE BRIZZANTE pubblicata anche su GOOD TIMES BAD TIMES

Con notevole ritardo rispetto all’iniziale tabella di marcia ecco spuntare negli scaffali dei negozi (si fa per dire…) “Elect The Dead Symphony”, il live di Serj Tankian che ripropone la scaletta dei concerti elettrici seguiti all’uscita di “Elect the Dead”, primo album solista, con un’orchesta filarmonica di settanta elementi. Trattasi della prestigiosa Auckland Philarmonia Orchestra, che ha impreziosito questo pregiato prodotto con i suoi archi e fiati, suonati ovviamente da professionisti che hanno eseguito gli splendidi arrangiamenti di John Psathas, compositore neozelandese. L’incredibile voce di Tankian, potente e versatile come pochi, ha fatto il resto.
Nella scaletta praticamente tutto il disco di debutto più qualche inedito, sui quali spicca la vecchia conoscenza dei fan dei System Of A Down. Blue e un brano già sentito per i live di Axis of Justice, lasciato fuori dall’ultimo disco dei SOAD “Hypnotize”, The Charade, dagli arrangiamenti molto pomposi. Ancora più “baroccheggianti” quelli diFeed Us, Empty Walls e Sky Is Over, che rendono in maniera davvero sublime in questa nuova veste orchestrale, per la quale si spera un buon seguito con i prossimi concerti che il cantautore armeno proporrà come conseguenza alle reazioni di questo lavoro. Non c’è molta varietà in un concerto così, ma si ascolta ogni singola nota prodotta dagli orchestrali, a supportare una voce che non stona mai, si spera non grazie a sovraincisioni o filtri di sorta, utilizzando anche le conoscenze ereditate dalla tradizione classica e lirica che il buon Serj ha studiato (si parla di un diploma a riguardo). Alcune canzoni tuttavia non trovano la collocazione giusta con l’orchestra: trattasi soprattutto di Lie Lie Lie, un po’ troppo “fuori fuoco”, sbilanciata tra i ghiribizzi dell’orchestra e le liriche sempre precise e coinvolgenti del protagonista, in questo caso un po’ soffocate dagli elementi acustici. Incredibili invece le versioni diBeethoven’s Cunt e Honking Antelope, che non brillavano particolarmente nel disco ma che in live hanno un’aura quasi magica, ovviamente grazie all’apporto tecnico ed “atmosferico” degli strumenti “classici” utilizzati in questa occasione.
Tankian dovrebbe tornare ai SOAD. E’ quello che pensano in molti. In ogni caso dopo un disco di debutto di tutto rispetto, fa uscire un live di grande presa, caratteristico nonostante non sia il primo né l’ultimo a farne uno di questo genere. L’orchestra garantisce sempre un’incredibile qualità musicale, ma sono gli arrangiamenti di Psathas e la voce di Serj a farla da padroni in una performance del genere, con una voce che fa miracoli e musiche super-coinvolgenti. Non lasciatevelo scappare

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