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Archive for the ‘ETICHETTA: Ultimhate Records’ Category

Recensione di GIACOMO “JACK” CASILE
ETICHETTA: Ultimhate Records
GENERE: Melodic death metal

TRACKLIST:
1. Last Murder
2. Eyes of Medusa
3. Predator
4. From Ashes to Dust
5. Denied
6. One Last Breath
7. The Truth
8. Everything Into Nothing
9. Redemption to the Dreamer
10. Light on This Earth

I Disease Illusion sono una death metal band proveniente dall’Emilia Romagna attiva dal 2007. Il quintetto, dopo aver ricevuto numerosi consensi da parte della stampa specializzata per l’EP d’esordio e dopo un’intensa attività live, giunge al primo full lenght ufficiale dal titolo “Backworld”, pubblicato sotto etichetta Ultimhate Records. Di primo acchitto questo lavoro non riesce a convincere appieno per il suo essere troppo derivativo; ma ha dalla sua un’ottima produzione, dei musicisti che dimostrano di essere molto preparati tecnicamente e qualche intuizione interessante.
L’album parte con “Last Murder”, brano caratterizzato da riff di chitarra serrati e corposi nella strofa per poi passare a intrecci più melodici nel ritornello. Il sound risulta fortemente debitore alla scena svedese di death metal melodico, che ha avuto l’apice negli anni 90 con bands come Dark Tranquillty, At the Gates e Dismember. D’altra parte però possiamo notare delle strizzate d’occhio a sonorità metalcore, genere molto in voga al giorno d’oggi. Ciò che subito colpisce in modo positivo è l’ottima prova del cantante Fabio Ferrari che, pur imitando lo stile di Mikael Stanne dei Dark Tranquillity, riesce ad essere convincente grazie a linee vocali sempre azzeccate. L’opener si dimostra uno dei brani meglio costruiti di “Backworld” e troverà sicuramente apprezzamenti tra i patiti dello stile Gotheborghiano. Procedendo nella scaletta ci si imbatte in altrettanti episodi d’impatto e ben congeniati come “Predator” e “One Last Breath” per poi passare ad altri poco incisivi come “Denied” ed “Everything Into Nothing”. Tutte le canzoni comunque presentano degli arrangiamenti piuttosto curati, con le due chitarre che fanno un lavoro certosino, però nonostante questo buona parte delle idee risulta poco interessante poichè non viene aggiunto nulla a quanto detto dal genere in passato.
Qualche variazione l’abbiamo solo in “The Truth” che sfoggia degli arpeggi goticheggianti e cantati in pulito, ricordando un pò i Moonspell. Proprio questo episodio è il migliore del lotto per la commistione di stili differenti.
Infine una prova tutto sommato sufficiente trattandosi di un debutto ma sarà d’ora in poi fondamentale per i Disease Illusion personalizzare maggiormente il proprio sound, onde evitare di essere fagocitati nel mare magnum dei gruppi dalla proposta simile alla loro.

 

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