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Archive for the ‘ARTISTA: Uross’ Category

Recensione inclusa nel circuito Music Opinion Network


La prima cosa da chiarire riguardo L’Amore E’ Un Precario, secondo lavoro del pugliese Uross, è che con l’amore inteso come sentimento provato e vissuto con la banalità di una canzone pop qualunque non ha nulla a che spartire. Condivide con esso, soltanto, la voglia di parlarne, come un’urgenza che viene da brandelli d’esperienza forse diventati anche cicatrici. E’ strano, nel nostro paese che tanto ama l’indagine sull’amore fin dalle origini della letteratura, sentire qualcuno che parli dei rapporti o degli stati d’animo con meno leggerezza della media. L’appiattimento cui siamo abituati finisce dunque per rendere il disco meno appetitoso per le radio e gli ascoltatori più superficiali, liricamente più adeguato e compatibile con un uditorio con un background culturale medio-alto. Bisogna capirle queste metafore, queste canzoni, i riferimenti alla ricerca di sé stesso, alla polvere che sembra la cenere simbolo dell’aridità, anche di spirito, nel Grande Gatsby di Fitzgerald, al cielo (citato non solo nella strana ma splendida cover di Gaetano). Il sound effonde in ambienti diversi, con una base che riecheggia di sonorità mediterranee ma propaggini che si allontanano fino all’America nera. Non solo folk, ma anche psichedelia, viaggi spazio-temporali nei linguaggi blues e jazz, soul e musica d’autore tipica delle nostre decadi passate. Non c’è il solito De Andrè, ma ci si accontenta anche di assomigliare a qualcun altro oggi, no?

Il senso di non appartenenza a nessuna categoria musicale o letteraria ben precisa è evidente in tutte le canzoni, nel loro impianto testuale mai banale, nel loro esoscheletro che non è mai retto da un’ossatura fragile e semplicistica, ma sempre da solide architetture sonore che trovano la loro stabilità in impalcature geniali e originali. Soluzioni più popolareggianti servono solo a sostenere che questo album comunque potrebbe essere diretto a tutti, se solo la cultura media dell’ascoltatore italiano fosse quella che ha Uross. Ottimo modo di parlare, con una lingua diversa, di cose di cui tutti parlano da sempre. Farlo adesso che siamo tutti più vuoti è la vera novità.

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ETICHETTA: Autoproduzione
GENERE: Alternative Rock

TRACKLIST:
1. Amaro
2. L’Urlo
3. Psychoman
4. La Canzone di Natale (anche quando Natale non è)
5. Godot
6. Ormai Andato
7. Un Tipo Chiamato Destino
8. Sciarrabball
9. Avevo uno Snake
10. L’Eternauta

Uross. Un nome che a molti non dirà più di tanto, ma che imperversa da anni sulla scena barese con notevoli successi. Il curriculum è ricco, ma non è questo a rendere importante un album, giusto? Occupiamoci quindi del suo contenuto.
“29 Febbraio (lo Squilibrista)” è un lavoro molto intenso, dove la frontiera tra rock d’autore, alternative italiano di stampo prettamente neomelodico e sensazioni cantautorali alla vecchia maniera dei Gaetano e dei Graziani (con piccoli accenti anche del primo Carboni) è essenzialmente una specie di sensuale Italian rock proprio come oggi si suole far rappresentare agli Afterhours più grezzi e ruvidi. Quelli dei primi tempi. “Psychoman” lo ricorda sul serio, catchy, con un’apertura a ventaglio sui diversi mondi del tetro mondo musicale dello Stivale. Non mancano le ballad imbizzarrite più dense di malinconia nostalgica, ancora con uno sguardo al nostro cantautorato, ma il succo del disco sta nella sua violenza arguta, il nervosismo delle chitarre e della voce, sempre irruenta negli attacchi e nelle entrate più vigorose.
Sostanzialmente, l’incontro perfetto tra le anime punk e grunge che dominano la tradizione rock dei nostri giorni, una sintetica collezione di elementi che, dosati a dovere, proprio come qui succede, tendono a rendere grande un disco. Se non è grande, poco ci manca, forse per l’esagerata eterogeneità degli elementi messi in campo (che sono pure troppi). I brani sono tutti carini e l’ordine degli stessi li valorizza con una certa insistenza che contribuisce alla loro orecchiabilità. Ogni dettaglio è stato opportunamente considerato. Si sente, dal primo all’ultimo secondo.
Musica pugliese, avanti tutta.

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