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Archive for the ‘ARTISTA: Kingshouters’ Category

Recensione scritta per il circuito Music Opinion Network

Bergamo è ormai tradizionalmente considerata un terreno fertile per il rock, soprattutto in lingua italiana. Anche se la scelta linguistica dei ventenni Kingshouters nel loro esordio discografico You vs Me intraprendere una direzione anglosassone, la prolificità del territorio orobico sembra aver attecchito, innestandosi nel loro DNA. Come molte band nate qui, gli inizi di carriera seguono la strada dell’imitazione dei propri beniamini: furono i Nirvana per i Verdena del Demotape, sono band del settore post-grunge o post-punk (Smashing Pumpkins, White Lies, Editors) quelli dei Kingshouters. Specificare che non si tratta di una sterile riproposizione-fotocopia d’altro è però più che opportuno visto che il sottobosco nineties e “anni zero” di cui i quattro dimostrano e dichiarano di essersi nutriti appare più che altro come una guida verso una rotta più personale che guarda da lontano anche alla scena anni ottanta inglese e alla nuova ondata new wave anche italiana. Nella liberazione dalle catene che li imbriglia alle loro origini negli ascolti, si commette però comunque più di qualche leggerezza, cambiando a volte registro ma non struttura, così in “Dance”, ballad quasi indie rock (definizione orrenda ed imprecisa, lo sappiamo) pare di sentire un featuring tra i Franz Ferdinand e Billy Corgan oppure in “Jane” sentiamo Jared Leto riprendere le atmosfere più dark ma comunque pop dei Depeche Mode e degli Editors più recenti. I momenti di pop più riuscito (“Levels”, “Sometimes I Can’t Sleep”) mancano dell’appeal radio-friendly di certi altri capitoli di  questo lavoro, come il singolo “Friend” o la scurissima “The Last Emperor’s Day”, ma è forse l’assenza di passaggi banali a donare loro brillantezza. Musicalmente, inoltre, la band ha in essa i germi di una prosecuzione in crescita, che già lascia intravedere una maturità compositiva quasi raggiunta. Suonano già bene, e questo è fuor di dubbio.

Sconvolgere l’ossatura un pochino prevedibile di questi brani potrebbe, in sintesi, essere la chiave per un piccolo gioiellino, strada che ai giovani lombardi consigliamo di battere. In definitiva, questo You vs Me è il debutto migliore che si potesse avere viste le premesse e in questo la band deve senz’altro trovare conforto e voglia di migliorarsi. Quanti dischi mediocri sono usciti in questo genere nell’ultimo lustro? La risposta è: un’infinità. You vs Me non è tra questi ed è già un risultato di cui gioire.

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