Feeds:
Articoli
Commenti

Archive for the ‘ARTISTA: Spread’ Category

RECENSIONE SCRITTA PER INDIE FOR BUNNIES
ETICHETTA: Il Verso del Cinghiale Records
GENERE: Rock psichedelico, alternative rock

TRACKLIST:
1. Fin Che La Barca Va
2. Merry Christmas & Happy New Fear
3. Charlie
4. La Piramide (Signoraggio)
5. Elastico
6. Gundamn
7. Urina
8. Castello di Poppi
9. In Guardia
10. Moscerini Fiacchi
11. Flessibile
12. A-Lot-Ano
13. Trittico

Produzione di Alberto Ferrari. Protezione di Alberto Ferrari. E’ servito anche ai Karnea per diventare famosi, anche se dopo sono scomparsi, però c’è anche da dire che sia questi che questi hanno grandi motivi per essere arrivati dove sono.
“C’è Tutto Il Tempo Per Dormire Sotto Terra” è praticamente l’incontro perfetto tra le impostazioni psichedelico-stoner di Requiem dei Verdena e la pazzia punk folk acustica (anche nella voce) dei Marta Sui Tubi: il manifesto del disco, e di queste sue caratteristiche, è “Merry Christmas & Happy New Fear”, pezzo lanciatissimo che galleggia tra batterie e chitarre tanto impulsive da sembrare nevrotiche e quei svolazzamenti vocali che non possono far altro che ricordare Giovanni Gulino. La pazzia parapsichedelica con inserimenti grunge che la rendono quasi espressione avanguardistica si sente ancora meglio in “Elastico” e “In Guardia”, due brani veramente fuori di testa. “Moscerini Fiacchi”, di nuovo MsT; “Urina”, bel brano con ascendente Canos dei Verdena.
La band sperimenta anche troppo, incrocia linee che mai avremo immaginato potessero cozzare con così tanta classe: la virulenza quasi folle che si sente in certi brani (“Flessibile”), può far storcere il naso, ma è così che sono nati i miti. Questo disco potrebbe consacrarli, ma la produzione artistica dovrebbe essere curata leggermente di più, per non lasciare che la palese pazzia degli arrangiamenti ne rovini la complessità e la genuinità, evidenti in ogni angolo di questo album. All’interno di questo lavoro assumono funzione di spartitraffico (ma di grande qualità) tutti i frequenti intermezzi strumentali, che essenzialmente risollevano anche la parte, abbastanza triste perché troppo confusionaria, del cantato.

Sono cresciuti molto da “Anche I Cinghiali Hanno La Testa”: con un’attenzione maggiore sui dettagli e una maggiore omogeneità all’interno del disco, sarebbe un pacchetto perfetto. Grandi potenzialità, ottima espressività, songwriting di grande fattura. Manca poco: pay attention to the next one.

Read Full Post »