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Archive for the ‘ARTISTA: Ladytron’ Category

E poi uscirà GRAVITY THE SEDUCER. E noi ci saremo.
Beccatevi intanto White Elephant

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Nettwerk Music Group ha reso disponibile dal 17 Gennaio un’edizione ristampata (ed estesa con alcune bonus track) dei primi tre dischi della formazione synth-pop di Liverpool. Gli album in questione sono 604, Light&Magic e Witchin Hour, dischi di cui vi proponiamo tre brevi recensioni, giusto per capire se vale la pena appropriarsi di questa ristampa.

LADYTRON – 604
Disco uscito nel 2001 per Emperor Records, rappresentò una svolta per la musica elettronica inglese. Non riuscendo a ricavarsi uno spazio nella storia del genere, ha comunque significato molto per chi ha considerato la rampante evoluzione del synth-pop che, soprattutto negli ambienti indie britannici, ha avuto una spaventosa attenzione mediatica. 604 è un disco quasi ambientale, che si abbandona ai suoi toni diffusi di synth adamantino per riportarci a quella tipica atmosfera eighties che piace tanto ai revivalisti del 2011 (e piaceva tanto anche dieci anni fa). Esempio perfetto è “Cska Sofia”, con quelle basi molto vintage che ricordano se non altro il panorama new wave degli anni ottanta, riferimento che vi servirà assolutamente per digerire un album come questo, orecchiabile ma senza la cadenza troppo pop dei Cure e dei Depeche Mode, a cui i Ladytron aggiungono tanto vocoder che canta testi di assoluta rilevanza progressivo-emozionale; se non che possano strappare qualche lacrima a qualcuno, almeno che gliela possano far immaginare. Un disco essenziale per i fan di questo filone musicale di grande successo.

LADYTRON – LIGHT & MAGIC
Con Light & Magic è bastato poco ai Ladytron: si è partito da dove avevano lasciato il (non-pop)pubblico con il disco precedente.
Stavolta i Cure sono diventati New Order, e i Depeche Mode si sono trasformati nei Kraftwerk, nei riferimenti che la band più o meno direttamente cita. “Evil” e “Cracked LCD” tra i brani più riusciti, che da soli bastano a fagocitare gran parte della new wave moderna che si basa solo sulla rielaborazione dei Joy Division, senza passare dal via. I Ladytron invece sanno il fatto loro e con quel piglio ballabile che campionatori e sequencer contribuiscono a formare, hanno dimostrato di saper crescere anche dove c’era poco di migliorare. Due brani in meno e sarebbe stata una chicca non da poco.

LADYTRON – WITCHIN HOUR
Tre anni dopo, stavolta importato in Italia dalla Sleeping Star di Roma, le due ragazze che compongono la formazione hanno pensato di sintetizzare anche un po’ di distorti, alimentando la foga chitarristica che prima, in gran parte dei brani, mancava, dando un’aria più rock e più europea alla band. Scompaiono le comparsate orientali (asiatiche) e appaiono quelle più britanniche, alcuni riff di synth quasi indie e chorus particolarmente radiofonici, a buon rendere. La melodicità dei ritornelli, come nello splendido estratto “Destroy Everything You Touch”, ne guadagna in maniera assolutamente produttiva e positiva. E poi aggiungeteci anche “International Dateline”. Niente di ineccepibile, forse leggermente inferiore ai primi due dischi, ma con tanto, tanto, da ascoltare ed apprezzare, ancora una volta per i fan del genere, ma con uno sguardo più ampio al mondo delle classifiche e della musica mainstream.

Le ristampe di Nettwerk contengono alcune bonus track e preziosi remix. Su tutti segnaliamo lo Snap Ant remix di Playgirl, riedizione contenuta nella ristampa di 404.
Potete leggere le tracklist dei tre dischi in versione ristampa a questo link. Premendo sui titoli sopra le minirecensioni, vedrete le copertine.

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