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Archive for the ‘ETICHETTA: Conspiracy Records’ Category

ETICHETTA: Conspiracy Records
GENERE: Post rock, ambient

TRACKLIST:
1. As Freedom Rings
2. We Speak in the Dark
3. Blanket of Ash
4. Eating Our Bodies
5. Iron Water

Aaron Turner degli Isis ha sempre avuto un approccio freddo verso la musica. Freddo, ma tanto produttivo quanto eccessivo nel sperimentare e nell’osare. Questa volta, lontano dalle viscerali sonorità post-metal della defunta formazione di Celestial e successive pubblicazioni, appare come semplice strumentista al servizio della compagna in vita Faith Coloccia, in un disco sospeso tra equilibri post rock, pop da camera tipicamente pianistico confuso da sapori shoegaze e musica classica ribaltata in una scatola piena di rumori ambientali random.
Comprendere cosa contiene Mare Decendrii da questa poco limpida introduzione non è certo cosa facile; si tenterà quindi maggiore precisione nelle prossime righe: i cinque brani tentano di raccontare, a loro modo, storie dall’intensa portata prog, nel senso della dilatazione (alcuni momenti, vedasi “We Speak in the Dark”, non sono solo lunghissimi ma anche chilometrici) e delle progressioni puramente atipiche che in ogni pezzo mutano di forma senza un obiettivo o un intreccio definiti. Nulla di preconfezionato, come una sorta di improvvisazione poi cesellata ineccepibilmente fino a trasformarla in una colonna sonora di strane immagini di stanze spiritate occupate da corpi nudi fluttuanti che, per qualche strano motivo, hanno il dono della parola e si chiedono perché si trovano lì. Le vibrazioni neoromantiche tipicamente risalenti ai primi lavori dei Godspeed You Black Emperor, udibili particolarmente nella prima metà di “Eating Our Bodies” così come nella coda di “Blanket of Ash”, trovano la loro collocazione perfetta grazie ad una scelta ineguagliabile a livello di suoni, tra violini, voci che si rincorrono, e soprattutto il pianoforte.

Ascoltare questo disco è l’unico modo per capire fino in fondo lo sconvolgente universo dei Mamiffer, una coppia di musicisti come pochi, che nonostante il ristagno evidente in tutti questi generi post-qualcosa e sedicenti sperimentali riescono a sollevare un minimo di interesse in un progetto pesante per i più, ma abbastanza visionario e brillante da risultare impeccabile.

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