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Archive for the ‘ARTISTA: Daniele Scarsella’ Category

FRATELLI D’ITALIA.
NON SI SA MAI CHE DELLE VOLTE SCOPRIATE QUALCOSA DI BUONO.
TRA LE TANTE BAND, VEDIAMO: CHE NE PENSATE DI QUESTI 3 DISCHI? ECCO QUELLO CHE NE PENSO IO.

DANIELE SCARSELLA – Con l’Olio nell’Acqua (Autoproduzione, 2010)
Tredici anni dopo la sua vittoria del premio Ciampi che è toccato dopo ad artisti di levatura pari o inferiore alla sua, Scarsella propone un doppio disco di pregevole fattura: quindici brani di lunghezza variabile, che attestano una maturità, perlomeno a livello di songwriting, che non teme rivali. A metà tra Ivano Fossati, la finezza lirica di Sergio Cammariere, accenti di Pino Daniele e un’enfasi pseudo-decadente à-la-De André, il prodotto si attesta nel livello medio del cantautorato d’oggi, senza le connotazioni intellettualoidi dei songwriter più modaioli d’oggi giorno. Quelli che firmano con La Tempesta e offendono i recensori che li criticano, per intenderci. L’onestà intellettuale di Scarsella si sente, dal primo all’ultimo pezzo, dove le tematiche più classiche del passare del tempo, del panta rei e della libertà sono sviscerate con grande capacità e duttilità letteraria. Se manca di presa, è solo perché non siete abituati al genere. Un buon disco.
VOTO: 4 SU 5

KALEVALA – Musicanti di Brema (Moonlight Studios, 2011)
Pop, folk, tradizione popolare: perdare un tono, se vogliamo, più tradizionale e “pomposo” ad un lavoro di per sé particolarmente grandiloquente. E dopotutto il termine “epico” è perfetto per il nome della band, Kalevala, principale testo epico finlandese. E dopo che avete letto queste righe non direste mai che piovono riff heavy e power metal lungo tutto Musicanti di Brema. Mancano brani che possano lasciare il segno in maniera definitiva, ma questo contribuisce a dare al disco una patina di “opera unica”, forse miracoloso nel risultare fresco in una scena che calamita tutte le realtà internazionali per poi farle soffocare nelle imitazioni (in questo caso la voce aumenta la sensazione di già sentito, anche se in maniera non letale come può essere per altre metal band). I Kalevala sopravvivono, vedremo cosa porta, per loro, il futuro.
VOTO: 4 su 5

THE SECRET TAPE – Archive 1 (Moonlight Studios, 2011)
Revival power. Un disco in pieno periodo “ritorno all’antico”, dove la parola vintage è più modaiola dell’etichetta più odiata degli ultimi tempi: indie. Il progetto è di per sé MOLTO interessante, dall’aspetto grafico a quello musicale, con rimandi molto buoni all’indie pop più celebre dei momenti scelleratamente melodici di Archive, Pavement e Wire, forse anche ritornando indietro agli Smiths e a certe scelte meno contorsionistiche dei Joy Division: nel senso che sono sempre stati tanto diretti e in quei momenti in cui hanno tentato di osare un minimo, sembrano questi The Secret Tape. Da un lato cavalcano le mode dei tempi, dall’alto dimostrano uno stato d’essere che riescono ad incarnare, musicalmente, in maniera perfetta. Archive 1 è un perfetto disco indie-alternative, molto raffinato, cazzone solo quando serve. Sparatevelo.
VOTO: 4 su 5 

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