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Archive for the ‘ARTISTA: Frames’ Category

Recensione a cura di MARCO BERGAMI
ETICHETTA: Streamhammer/SPV
GENERE:  Post-rock

TRACKLIST:
1. Intro
2. The Beginning
3. Agenda
4. Transition
5. Isp
6. Insomnia
7. Driving Head
8. Intermission
9. Horizon
10. Audacity
11. M

Ve lo dico in tutta franchezza, raramente mi capita di trovarmi inaspettatamente sorpreso di fronte ad un ascolto, ma questa nuova band di Hannover -Germania- ha avuto subito una forte influenza su di me, ancor prima di iniziare ad assaporare la loro arte di fare musica.
La grafica utilizzata per presentare Mosaik instaura subito un forte legame con la persona che lo sta guardando; la cover dall’eleganza distinguibile, si presenta con un preminente bianco usato come fondo, mentre in primo piano spicca la figura di un rabbino, seduto a gambe incrociate su un prato multi-color dalle combinazioni cromatiche molto distensive ed attraenti.
L’importanza del lato grafico in una cover viene sempre sottovalutato, forse perchè è estremamente difficile riuscire a raffigurare una composizione, ma se si ha la bravura di riuscire a raggiungere un perfetto parallelismo tra arte grafica ed arte musicale il piacere d’ascolto dilata.
Mosaik, full-length di debutto dei Frames, basa la propria chiave di lettura sull’armonia musicale e sulla concatenazione sinusoidale di stili, correndo al limite tra avant-garde, post-rock e symphonic-prog, mantenendo caratteristiche di unicità e distinguendosi per la perfetta concettualità compositiva.
Le undici tracce presenti in questo platter, sono legate da un unico filo conduttore privo di pause ed interruzioni, una lega di strumentazioni ed ambientazioni che plasmano la loro essenza all’interno di una trama univoca e satura di dilaniante malinconia. Non esistono voci. Tastiere, chitarre, synth, batteria, basso, archi e xilofono sono i principali protagonisti di questo platter, assemblati reiteratamente con raffinatezza, eleganza e classe, acclimatati in composizioni pure e proporzionate con la filosofia dell’intera opera. Il “mosaico” si presenta con un intro dall’ambientazione ultraterrena rappacificante, morbida e depurante, biglietto d’ingresso a quella che sarà la vera essenza dell’album. Spinti dall’ascetica introduzione, i Frames proseguono alternando momenti di morbidezza con periodi aggressivi, intercalando calde chitarre clean, arricchite con eleganti ambient effect a forti distorsioni dall’altalenante quantità di delay, modellando il colore delle ambientazioni traslandole da configurazioni surreali ad ossature concretamente prog..
L’apice della qualità artistica si raggiunge con l’ascolto di Insomnia e con le successive Driving Head ed Horizon, strutturate con la maestria che solo i grandi sanno esprimere, alternano e fondendo la liricità del pianoforte alle vibrazioni degli archi alla ricchezza delle distorsioni ariose di uno straordinario Jonas Meyer, dalle doti eccelse. Audacity dallo scheletro decisamente prog e dai fraseggi sincopati, dona energia al platter, arricchendo l’opera già di persè perfetta, scuotendo l’ascoltatore ed imprimendo un’indelebile legame con questa straordinaria band. M ristabilisce l’equilibrio in apertura, riproponendo un tappeto surreale e arioso, accompagnando serenamente l’ascolto verso la bonus track nascosta nella grotta seminterrata dove di custodiscono i vini più buoni.
Veramente un album di grande livello quello che i Frames sono riusciti a creare, un potente deterrente per contrastare l’ossessionante stato di ansia prodotta da questa società malata da frenesia, ossessionata dalla perenne visione di un mondo saturo da delirio fluttuante.

Anche se non estremamente innovativi e dalle strutture compositive abbastanza semplici, consiglio vivamente di non farsi perdere l’occasione di acquistare questo album, vi distenderà e vi farà vedere un mondo più colorato ed alleggerito.

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