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Archive for the ‘ARTISTA: Gazebo Penguins’ Category

Recensione a cura di Andrea Marigo

ETICHETTA: To Lose La Track
GENERE: Hardcore, punk

TRACKLIST:
Finito il Caffè
Casa dei Miei
Difetto
Domani è Gennaio
Ogni Scelta E’ In Perdita
Correggio
Trasloco
Mio Nonno
Non Morirò
Piuttosto Bene

Voto: 4/5

Io ho visto i Gazebo Penguins live e sono un gruppo pazzesco perchè:
1.Spaccano il culo;
2. hanno un sound che poche band possono vantare.
Non ho mai comprato un disco dei Pinguini perchè:
3.Scarichi tutti i loro dischi in fri daunlò dal loro sito;
4. Ho comunque voluto contribuire alla causa con lʼacquisto di una loro t-shirt che mi fa vantare di ascoltarli.

Dovreste ascoltarli tutti perchè:
5. I pezzi sono ben studiati ed hanno un energia da urlo;
6. I testi sono piccole verità quotidiane di chi non si prende troppo sul serio e vede il lato migliore in ogni occasione;
7. In certi momenti potrebbero migliorare la vostra giornata;

Questo disco becca 4/5 che è un votone alla fine, perchè:
8.Eʼ vero che certi diranno che non offre nulla di nuovo musicalmente parlando ma dico io chissenefrega e soprattutto che piuttosto di fare cazzate sperimentali è meglio fare buoni brani;
9. Raudo contiene 10 brani ottimi;
10. vedi sopra gli altri 9.

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TOUR (by Pentagon Booking):
08.11 Arci Tom, Mantova
15.11 Ex Caserma, Livorno
16.11 Vibra, Modena
29.11 Officine Corsare, Torino
30.11 Marasma 51, Codisotto (RE)
14.12 Boulevard, Misano Adriatico (RN)

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Lo split dei Gazebo Penguins con i Cani, intitolato “I Pinguini Non Sono I Cani, I Cani Non Sono I Pinguini“, uscito in vinile poco tempo fa e già sold out nei negozi, è ora disponibile in download gratuito qui.
Sul sito dell’etichetta, 42 Records, potrete acquistarne a 10 euro le ultime copie rimaste.

42 Records e To Lose La Track hanno deciso di celebrare il Record Store Day con questa uscita che contiene un inedito di entrambe le band (“Nevica” dei Gazebo Penguins, “Asperger” dei Cani) e due cover reciproche (i Gazebo eseguono “Wes Anderson”, i Cani “Senza di Te”).

Vi postiamo qui un po’ di genialità made in Gazebo per la cover di Wes Anderson. Sentirete, se conoscete il cd dei Cani, perché è una genialata:

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Erano mesi che non facevamo una “pleasant talk” con qualcuno che ci piaceva. In Italia non ce ne sono poi molti e il titolo, inutile, di disco dell’anno se lo stanno cuccando con 6 mesi di anticipo (almeno qui su The Webzine) i LEGNAiuoli di Correggio, ovvero i Gazebo Penguins.
Sollo e Capra in questo fiume di caratteri rigorosamente in font Georgia ci spiegano tante cose, l’origine del disco, l’origine del loro nome, l’origine dei lividi sulla schiena durante i concerti d’estate. E tanto altro.
Buona lettura.

Salve.
Grazie per aver accettato l’intervista di The Webzine.
Una domanda subito: nell’ultimo disco salta subito all’occhio il duplice cambiamento di genere e di lingua. Come si spiegano? Il nome “legna” è già abbastanza indicativo, c’è dell’altro?

Capra: Se dici che abbiamo cambiato genere, è stato un processo di cui non ci siamo coscientemente resi conto. Le canzoni vengon fuori man mano, e alcune canzoni di LEGNA erano  ancora invischiate nell’album prima, le suonavamo assieme alle altre, sono sorelle. Quando proviamo a fare le nostre canzonette, lo facciamo in sala prove. Quel che viene fuori, viene fuori dalla sala prove. E la nostra sala prove è qualcosa di continuativo, di estremamente consequenziale:  non ci sono cambiamenti di genere in sala, solo canzoni una dopo l’altra; e che tante volte non c’entrano nulla l’una con l’altra. L’unico vero cambiamento è stato cantare in italiano, e alla fine l’abbiamo fatto per diversi motivi: per provare, per vedere che risposta avremmo avuto ai concerti, e perché i pezzi ci sembravano più belli cantati così.

Sollo: per quanto riguarda LEGNA (che va sempre scritto in maiuscolo per enfatizzare appunto il senso già implicito nella parola in sé) volevamo un titolo semplice, veloce, che la gente ricordasse ancora prima di Gazebo Penguins, qualcosa a cui poi associ il gruppo magari. Direi infatti che LEGNA ora è il nostro genere musicale.

E’ evidente che un disco del genere trova la dimensione a lui più congeniale nei live. Cosa aspettarsi da un live dei Gazebo Penguins?

Capra: Dall’ultimo concerto che abbiamo fatto (a Varazze il 14 agosto, all’Osteria dell’Amor Cieco di Alessio e compagnia bellissima) io son tornato a casa con una caviglia slogata, i quadricipiti indolenziti e un livido grande come una mano sulla schiena.

Sollo: per quanto mi riguarda ho riportato diverse abrasioni, una totale perdita della voce e qualche segno in più sul basso.

Un disco veloce e diretto, corto ma d’impatto: come mai la scelta di un album con così pochi brani?

Capra: Avevamo quei brani lì già pronti, e ci sembrava che stessero bene assieme, che formassero una simpatica famigliola. Poi i concerti troppo lunghi ci hanno sempre annoiato. Poi 23 minuti è il tempo standard che impiego da casa mia al negozio di Reinzoo a Vignola. Quindi era perfetto.

Sollo: 23 minuti è il tempo che impiego in bagno alla mattina. Sono un fighetto. Sai che bello ascoltarsi un disco che dura giusto il tempo che fai qualcosa? Tipo tagliare il prato, andare da Correggio al Lido Po, ecc.

Interessante anche la scelta di pubblicare sul vostro sito tutti i costi di registrazione dell’album. Pensate che tutte le band dovrebbero farlo?

Capra: Abbiamo voluto dare un’idea di quanto costi fare un album (e un video poi) perché sono storie che spesso la maggior parte delle persone che ascoltano dischi non sospettano nemmeno. La questione dei soldi è quasi sempre un tabù. Per noi ha un significato preciso far sapere quanto si spende in soldi, tempo e impegno per fare quello che ci piace. Perché anche i soldi fanno parte del fare musica. E il discorso nostro era che LEGNA l’avevamo fatto avendo ben presente un disco non ci avrebbe arricchito, e nemmeno impoverito. Ma era qualcosa di così importante per noi, di così invischiato nelle nostre vite, che regalarlo, a dispetto di quanto si era speso per farlo, era la cosa più sensata. Per dire quanto ci tenevamo a questo disco, e quanto ci tenevamo al fatto che chi avesse voluto ascoltarlo avrebbe potuto farlo con un clic. Gli altri facciano quel che più li aggrada. A noi ci aggradava parecchio fare così.

Nel disco compare anche Jacopo dei Fine Before You Came. Come mai la scelta di includerlo nel progetto? Adatto alla musica, o semplicemente amicizia/stima professionale?

Capra: Mi sa tutte e due. Era un pezzo in cui la voce di Jacopo secondo noi calzava a fagiuolo, ed è stato l’inizio di un bellissimo rapporto di amicizia e di lavoro di squadra. Jacopo ha seguito tutta la storia di LEGNA, nonché la sua veste grafica e la stampa in serigrafia assieme al suo socio Stefano di Legno, e per tanti versi è stato un incredibile facilitatore e instancabile team supporter. Non credo immagini neanche quanto gli siamo grati. Carrello circolare. Lacrime. Stacco.

Sollo: poi adesso ci indicano come i Fine Bifore You Came 2.0. Vuoi mettere che onore?

Ultima domanda su LEGNA: il “fri daunlò” è ormai un metodo di distribuzione sempre più in voga. Sarà perché la gente non compra i dischi, sarà perché bisogna tenersi al passo coi tempi, voi come la vedete?

Capra: Sarà perché il valore di un lavoro oramai inerisce molto al quanto questo venga condiviso. Il tasto di facebook, a riguardo, è piuttosto pertinente: CONDIVIDI, ti dice. E se qualcosa che per te ha un valore grande, importante, che ha molto a che fare con la tua vita e con ciò che ritieni sia bello, viene condiviso da tantissime altre persone, allora si crea qualcosa di nuovo. Sei più convinto, e più tranquillo, e più contento. Hai la sensazione che quello che hai fatto non abbia più un valore solo per te, ma sia – per l’appunto – un valore condiviso. Prima non c’era niente. E dopo c’è questa roba qua. Ma non è tutto qui. Perché puoi anche fare qualcosa che pensi sia valido, e poi viene condiviso da migliaia di persone con cui non passeresti neanche quindici minuti alla fermata del tram. La cosa più bella è che tante delle persone che abbiamo incontrato da quando è uscito il disco sono persone belle, persone con cui siamo andati a cena, che sono venute ai concerti, con cui abbiamo bevuto e sparato cazzate. E che vorremmo rivedere. Carrello circolare. Lacrime. Dissolvenza al nero.

Sollo: io piango.

Facendo un passo indietro, come sono nati e perché si chiamano così i Gazebo Penguins?

Capra: I Gazebo Penguins sono nati a Correggio, e abbiamo iniziato a suonare perché volevamo diventare gli endorsment della Fender. Del perché ci chiamiamo così piacerebbe saperlo anche a noi…

Sollo: io poi mi sono venduto all’Ampeg ed è tutto finito. Sì, stento anche io a ricordare la nascita del nome, ma credo fosse una sera in cazzeggio a sparar cazzate che mai avremmo preso seriamente…e infatti non ce lo ricordiamo.

Le recensioni online vi hanno paragonato a decine di nomi diversi, come accade per chiunque. Qual è la vostra opinione sulle webzine e sulle recensioni che vi hanno fatto finora? (Tutte molto entusiastiche peraltro)

Capra: Le webzine, e i ragazzi e le ragazze che hanno il blog, e quelli che ne parlano su facebook, e  quelli che caricano i pezzi su youtube, e quelli che ci scrivono e compagnia bella: ecco la critica musicale importante. Tutta va nella loro direzione. Ed è quella che ci piace.

Sollo: postiamo anche sempre le cattive critiche su face book, magari sfottendole o prendendo un po’ per il culo chi le ha scritte, ma ci sta. Internet è una piazza aperta e ognuno può dire la sua su ogni argomento, così facciamo anche noi. Creiamo discussioni, io personalmente spesso provoco anche, ma per far nascere discussioni. Yo.

Ringraziandovi nuovamente per l’attenzione, vi chiedo se volete indicare quali sono i prossimi eventi a cui i fan possono venirsi a prendere della legna. 

Capra: Ti diciamo dove saremo in settembre, che ci son delle serata veramente a palla di fuoco: il 2 con gli Smart Cops a Vicenza, il 16 a Varese con Verme e Cosmetic, il 17 all’AntiMtvDay10 a Bologna che sarà una cosa da screpolarsi le ascelle, e il 23 a Belluno. Tié. Serenità.

Sollo: in ogni caso sul sito ( HYPERLINK “http://www.gazebopenguins.com” http://www.gazebopenguins.com) ci sono sempre tutte le date in real time. E qui tutto il resto:  HYPERLINK “http://www.facebook.com/gazebopenguins” http://www.facebook.com/gazebopenguins.  Pace.

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ETICHETTA: To Lose La Track
GENERE: Post-hardcore, post-punk

TRACKLIST:
1. Il Tram delle Sei
2. Dettato
3. Senza di Te
4. Frate Indovino
5. Troppo Facile
6. Ci Mancherà
7. Cinghiale
8. 300 Lire

Esistono dei momenti in cui bisogna riconoscere che la musica italiana occupa ben più di un angolino in penombra all’interno del grande, caotico e variopinto panorama europeo. I Gazebo Penguins, quest’anno, scegliendo di approfondire una strada nuova rispetto a quella precedentemente battuta, che assomiglia di più ad alcuni accenni dei primi One Dimensional Man (ma che oggi attualizzeremo in un paragone coi Fine Before You Came, il cui cantante è pure ospite in”Senza di Te”), mentre per la voce meno aggressiva ci si appoggia a un universo più vicino ai Marta Sui Tubi.
La scelta della lingua nostrana è senz’altro un punto a favore per il disco, che rinchiudendo dentro i nostri confini il suo campo d’azione diventa senz’altro un punto di riferimento nel genere. L’immediatezza del sound, nonostante i suoi accenti post-hardcore, è da subito percepibile, così com’è palpabile l’atmosfera internazionale di un’imprescindibile violenza post-punk. Ma di quello buono. “Troppo Facile”, “Il Tram delle Sei” e “Ci Mancherà”, nella loro velocità, rappresentano la collosa tattica di penetrazione rapida che contraddistingue l’intero disco. E’ come ascoltare una versione levigata di un qualsivoglia disco screamo italiano, levigato da tutte le imperfezioni e le sbavature che hanno reso grossi act come i La Quiete, nonostante suoni sporchi e cacofonici rimangano evidenti in alcuni momenti (“Dettato” e “Cinghiale” soprattutto). Le influenze sono talmente tante che l’eterogeneità scompare, e rimangono i ventitré minuti più sconvolgenti degli ultimi tempi.

Originale, perlomeno qui. Veloce e possente, intrepido, trepidante. Questo disco, quest’anno, non ce lo dimenticheremo, questo è certo. Un ottimo modo di passare l’estate con dei pinguini emiliani.

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