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Archive for the ‘ARTISTA: Alchera’ Category

ETICHETTA: My Place, Venus Dischi
GENERE: Rock elettronico, rock italiano

TRACKLIST:
1. Livido
2. Da Dietro il Vetro
3. Semplicemente Attenta
4. Come Cera
5. La Canzone dell’Amore Perduto
6. Quindici Agosto
7. Electrowest
8. L’Impossibilità
9. Vestirti di Me
10. Tramonto Petrolchimico

Gli Alchera non sono gli ultimi arrivati. Il terzo disco, Discarica di Sogni, giunge con il pubblico preparato alle loro tematiche sempre molto “poetiche” nel modo di porsi, che ricordano le malinconiche empatie narrative di De André (di cui coverizzano “La Canzone dell’Amore Perduto”), e che in questo nuovo lavoro raggiungono, se vogliamo, l’apice dell’evoluzione stilistica dal punto di vista letterario. I sogni infranti, i desideri che non vengono mai tradotti in realtà, la nostra vita che è “una discarica di sogni”, come diceva Samuel dei Subsonica, che tra l’altro sono una delle più evidenti influenze di questi Alchera. C’è del rock con frangenti elettronici, soprattutto grazie ai sintetizzatori, ma in generale l’attitudine del disco è pop, quasi come fosse ripreso dalle eventualità cantautorali che gli si possono ancora riconoscere dentro (“Livido”). I momenti strumentali, pochi ma eccellenti, come “Electrowest”, sono delle vere e proprie deflagrazioni introspettive, affidate in toto alla capacità espressiva del loro solare songwriting, maturo e deciso, con un sound che non manca mai di sentirsi figlio dei già citati Subsonica, dei Bluvertigo o dei Depeche Mode (“L’Impossibilità”) . La pesantezza di alcuni arrangiamenti rischia di rendere l’album meno fruibile sul lungo periodo, minandone la sua caratteristica fondante: l’essere radiofonico. Non è facile uscire dai momenti in cui la voce ricorda Renga o Casale (entrambi nel loro periodo migliore, dal punto di vista tecnico e compositivo), perché in questo genere si apprezzano più facilmente le sferzate più velate à-la Morgan.

Gli Alchera sono ottimi musicisti e compositori, vicini ad un sentire pop che è tipico della tradizione italiana. Il loro punto forte è la parola, che utilizzano per descrivere sentimenti che evidentemente al nostro popolo piace sia ascoltare che esprimere in versi o in musica. La parte suonata ricorda troppo da vicino i già citati nomi del nostro panorama, e per questo si può parlare di assenza d’innovazione e originalità, però c’è anche da dire che in Italia l’imitazione sa anche trasformarsi in vera e propria sintesi, fotografando, come in questo caso, uno stato d’essere più personale che si può solo definire come Alchera. Discreto, ma particolare. Pertanto, consigliato.

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